lunedì 14 febbraio 2011

Cerco illuminazione

Confesso. E’ un mio difetto. Ho sempre bisogno di capire, spiegare, giustificare. Sempre. Ma questa volta non ci riesco. Sono giorni, se non settimane, che tento disperatamente di darmi una risposta, di trovare un filo di coerenza, un bandolo da seguire. Ma non ci riesco. Non riesco a capire come sia possibile difendere l’indifendibile, negare l’evidenza, sconfessare perfino fatti sconfessabili. Perché c’è ben poco da dire, siamo di fronte a quello che quando eravamo piccole ci descrivevano come il “vecchio porco”, quello da cui stare lontane, l’anziano che cercava le ragazzine. Certo, lui ha i soldi e da che mondo è mondo chi ha i soldi trova qualcuno disposto a vendersi. Ma se fosse il “vecchio porco” della porta accanto, la cosa finirebbe lì. Eviti di frequentarlo, se hai un alto senso morale magari ti scandalizzi un po’ e lo inviti a confessarsi, se pensi ci siano estremi di reato compi i passi necessari. Ma nulla di più. Peccato che qua le cose non stiano così. Perché i “festini”, per quanto roba privata, questa volta pesano sulla vita pubblica di ognuno di noi. Perché dai festini esce quel “ciarpame” portato in politica che un’insospettabile non certo comunista denunciò a suo tempo. Perché da una certa condotta di vita portata avanti da un personaggio pubblico esce un messaggio che nulla ha a che vedere con la Cultura. Sono fatta male, lo so, ma continuo a pensare che fare politica significhi prima di tutto essere esempio. La “questione morale” io non riesco ad archiviarla come roba vecchia. Non mi sono mai permessa di giudicare la vita privata di nessuno, neanche quella di un politico. Non mi interessa se ha dieci amanti e cornifica la moglie, se ama i trans o ha un’insana passione per la Nutella. Ma se una di quelle amanti, o un trans o la Nutella me li ritrovo seduti su uno scranno, allora qualche domanda me la pongo. E quella più insistente riguarda proprio le reazioni che sento e leggo. Non quelle di “palazzo”, non quelle delle truppe ovviamente schierate in difesa del rais. No, quelle di gente comune, di donne e uomini che alzano la voce contro l’ingerenza in “fatti privati”, contro “complotti”, contro “moralismi beceri”. E non capisco, non ci riesco proprio per quanto io ci provi. E allora chiedo, qualcuno sa illuminarmi? Qualcuno sa spiegarmi? Banalmente, vorrei capire come la cattolica Italia nella quale sono nata e cresciuta è capace di giustificare non un semplice peccatore, ma un cattivo maestro che sta dicendo, coi fatti, che tutti i valori nei quali siamo stati educati sono cartaccia, ciarpame da rottamare. E che quel valore per il quale tanti hanno dato la vita, la democrazia, è diventata un’arma capace di permettere qualsiasi cosa a chi è stato “democraticamente eletto”.