Qualcuno
dice che è mio pregio, forse però è anche un difetto: quando
scrivo non riesco a non mettere un pezzetto di me in ogni singola
parola, non riesco a nascondermi dietro schermi o arzigogoli
fuorvianti. Nei miei pezzi, nei miei racconti, nelle storie e nelle
fiabe che nascono da una zona ancora inesplorata del mio essere, ci
sono sempre io. E anche questa volta non posso evitare, consapevole
che potrebbe anche apparire piaggeria, furbizia o peggio “trovata
pubblicitaria”, di tirar fuori l’emozione che mi sale pensando
all’appuntamento del 18 novembre.
Chi
mi conosce lo sa, questo non è un periodo bello per me e per la mia
famiglia, ma portare “Donne a Perdere” a San Giuliano, e in una
sala che evoca ricordi e sensazioni importanti, è una sorta di
medicina che aiuta, un balsamo – scontato lo so, ma l’immagine è
quella che più rende l’idea – capace di attenuare, seppur
lievemente, il dolore che abbiamo dentro.
Il
motivo è presto detto: con San Giuliano “Donne a Perdere” ha un
legame particolare: nel 2012, in occasione di una delle prime
iniziative organizzate per il 25 novembre, l’allora assessorato ai
servizi alla persona mi chiese di partecipare, con i miei racconti, a
“Chiedi a me”, pomeriggio di incontro, riflessione e confronto
che ricordo con piacere ed emozione. Donne a Perdere, quindi, un
pochino torna a casa…
Ed
essere ospitate nella sala dedicata a Mario Tapia, ecco, anche questo
è fonte di grande emozione, perché Mario, artista, pittore,
divulgatore, era un amico con il quale la mia famiglia ha condiviso
tanti momenti importanti, e che tornava spesso nelle parole e nei
ricordi di mamma e papà.
Ecco,
si, arrivare a San Giuliano con questa mostra, cui io e Carla
crediamo davvero molto, ha per me un valore immenso. Ripeto, potrebbe
sembrare piaggeria ma credetemi, non è così… sarà un’occasione
speciale, e la messa alla prova di un progetto in cui abbiamo
investito una parte importante del nostro essere donne che
condividono il sogno di lasciare almeno un piccolo segno in una
battaglia, quella contro la violenza, che riteniamo fondamentale.
Quindi
lasciatemelo dire, anche se può apparire come furbo tentativo di
promuovere un evento: grazie a San Giuliano, e grazie a chi ha saputo
cogliere il senso di “Donne a Perdere”. E vi aspettiamo dalle 17
di domenica 18 novembre.