lunedì 4 maggio 2015

I colori di Martina

I COLORI DI MARTINA

elaborazione rimata di Walter Preitano

Udite miei piccini
la storia di Martina,
la bimba un po' speciale
tesor d'una fatina.
In quella sua casetta
più piccola d'un guscio
di giorno era costretta
e guai ad aprire l'uscio.
In quell'autunno nero,
giocare nel giardino
non le sembrava vero
almeno p'un pochino;
però la sua mammina
che ce l'aveva a cuore
diceva che Martina
prendeva il raffreddore.
E allora cosa fare
per far passare il tempo?
Non c'era che sbuffare
e non aveva scampo.
D'un tratto ebbe un'idea,
piuttosto che andar fuori,
e chiese alla sua mamma
la carta ed i colori.
E disegnò un paese
su un'isola deserta
con tanto verde intorno
e un prato con l'erbetta.
E c'eran tanti bimbi
disposti in quella scena,
e dai rami più robusti
pendeva un'altalena.
Come sarebbe bello!
ai disse allor Martina.
D'un tratto alle sue spalle
comparve una fatina:
-Hai disegnato un mondo
con mille e più colori
con bimbi in girotondo
col prato e tanti fiori.
E allora vai Martina,
divertiti con loro
nell'isola piccina
cantate tutti in coro.
In men che non si dica
si ritrovò in quel prato
-Tu sei una nuova amica,
giochiamo a perdifiato-
-Martina è il mio nome,
ma forse fa lo stesso
giochiam, giochiam giochiamo
che tutto c'è permesso.-
E gira, e vai, e torna,
e corri, e salta, e frena,
Martina provò tutto
perfino l'altalena.
Ma ormai faceva sera,
Martina s'allarmò
ma la fatina c'era
e a casa la portò.
Nella sua cameretta
trovò i suoi disegni,
nel cuore ebbe una stretta,
finivano quei sogni.
Ma la fatina apparve
e consolò Martina:
-Lo sai che cosa serve:
far correr la manina.
Disegna coi colori
quel prato o quel paesaggio
e lì ti porterò
per fartene un omaggio.-
-Martina ormai si cena-
urlò la mamma ignara;
Martina allor baciò
Papà e mammina cara.

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