martedì 5 maggio 2015

La fata Nannona

Walter è un vulcano... e mi fa riscoprire emozioni spolverando la polvere depositata sulla memoria...



elaborazione rimata di Walter Preitano

La piccola fata

di nome Nannona

di tutte le fate

sembrava più buona.

Con la bacchetta,

in punta una stella,

toccava i piccini

sopra la spalla

-Io son la fata,

la fata Nannona

ti tocco quaggiù

la nanna fai tu-

Così tutti i bimbi

sparsi nel mondo

dormivano in pace

un sonno profondo.

Ma un giorno la strega

di nome Roberta

rubò a Nannona

la cara bacchetta.

Così disperata

la povera fata

urlava piangendo

quel fatto tremendo:

-Cosa farò

per questi bambini?

sono anime dolci,

son tanto piccini-

Ed ecco che fuori

da una certa cantina

uscirono allora

il Nino e la Nina.

I due cari topini

di tenero cuore

capiron la scusa

di tanto dolore.

-Tranquilla Nannona,

non ti disperare,

Il Nino e la Nina

san già cosa fare.-

Così si portarono

al castello tremendo

laddove la strega

teneva il suo mondo.

Nascosti in silenzio

raccolti e piccini

si scelsero un posto

alla strega vicini,

e quando d'un tratto,

con fare distratto

posò la bacchetta

la presero in fretta.

Fuggiron veloci

per monti e per valli

piuttosto che topi

sembravan cavalli.

Lasciaron di stucco

la strega cattiva

e urlavano in coro

"Evviva, evviva".

E allora Nannona

la fata più buona

per il loro coraggio

li coprì di formaggio.

E tutti i piccini

in ogni capanna

tornaron felici

a fare la nanna.

1 commento :

  1. La poesiola è carina, ma deriva da una tua favola deliziosa. Tu hai una fatina che ti suggerisce le storie, si chiama fantasia. Chiedile di più, vedrai che sarà felice di dartelo.

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