venerdì 14 maggio 2010

La noce di Gioachino

Questa sera vi voglio raccontare una storia magica, la storia di Gioachino e di come scoprì il segreto per vincere la paura. Gioachino era un bimbo timido e riservato, che viveva in un paese con pochi bambini, sperduto in mezzo alla montagna. Gioachino, che aveva così pochi amici e passava le sue giornate in casa a giocare da solo, aveva paura di tutto. Del vento che soffiava fuori, dei rumori che, soprattutto di notte, facevano scricchiolare la casa, delle voci degli animali che si sentivano risuonare nei boschi. E poi ancora, aveva paura di restare da solo, e aveva paura che mamma e papà si ammalassero. E sopra tutto aveva paura di diventare grande. "Perché se io cresco - pensava - la mamma e il papà, i nonni e i miei amici invecchiano".
Gioachino ogni tanto cercava di spiegare alla mamma le sue paure, ma era piccolo piccolo e ancora non sapeva parlare tanto bene, e poi non era facile raccontare quei pensieri che ogni tanto facevano capolino e lo facevano tremare tutto. E allora si chiudeva nella sua stanzetta, stringeva forte forte gli occhi e piangeva. Oppure, disperato, si metteva a far capricci per ogni cosa, e finiva che la mamma si arrabbiava e lo metteva in castigo. Le giornate passavano così, e Gioachino era sempre più spaventato: "accidenti - pensava triste triste - cosa posso fare? Sono piccolo, nessuno mi ascolta, ma io ho paura"…
Qualcuno però si era accorto di Gioachino e dei suoi timori. In quel piccolo paese sperduto in mezzo alla montagna viveva infatti da sempre un folletto dal nome un po' strano, Piripacchio, e dalle buffe abitudini. Piripacchio, che vestiva sempre di rosso, con un cappellaccio a puntini gialli, amava infatti far dispetti e scherzetti a chiunque gli capitasse a tiro. Abitava sotto un grande fungo marrone e amava sgranocchiare i gusci delle nocciole… Bleah direte voi, ma a lui piacevano tanto!
Comunque, anche se era strano e dispettoso, Piripacchio in fondo era buono e gentile, e proprio non gli piaceva veder soffrire un bambino. Quando si accorse della paura di Gioachino, decise di aiutarlo, ma non sapeva come fare perché temeva che il bimbo, sempre spaventato, scappasse anche da lui.
Pensa che ti ripensa, escogitò un piccolo trucco. Una sera scoprì che una delle finestre di Gioachino era rimasta leggermente aperta, si infilò nello spazio - Piripacchio come tutti i folletti era davvero piccolo piccolo - e si nascose nella camera del bimbo. Aspettò che Gioachino si addormentasse, poi zitto zitto si infilò sotto il cuscino e con una vocetta sottile sottile raccontò una storia… Era una storia magica, che parlava di un potente talismano - a dire il vero era solo una noce, ma Piripacchio era bravo a raccontare - che, una volta scoperto da quel bambino che sarebbe stato così bravo a scoprirlo, lo avrebbe protetto da tutti i pericoli del mondo.
Piripacchio raccontò, e Gioachino pensò di aver fatto un sogno davvero speciale: la mattina, al risveglio, si ricordava ogni parola, e decise di provare. Partì così alla ricerca di quel talismano che lui pensava di aver sognato. Per una volta dimentico della sua paura, infilò pantaloni, cappotto e scarpe pesanti e affrontò deciso la strada verso il bosco. Qui cominciò a pensare: "il sogno ha detto che la noce è nascosta bene, allora non può essere troppo facile da trovare…. Ma io non mi arrendo".
E iniziò a guardarsi attorno. Era così deciso a trovare il suo talismano che nemmeno una volta si preoccupò degli animali che vivevano in quel bosco, e neppure sentiva il vento che soffiava forte e faceva risuonare gli alberi. Tanto concentrato che, a un certo punto, mentre cercava di salire su una pianta particolarmente alta, si ritrovò a pensare "accidenti, come vorrei essere già cresciuto, così magari riuscirei a salire più facilmente…"
A un certo punto vide un vecchio e nodoso albero, tutto contorto, e scoprì che nel tronco c'era un grande buco. Allora infilò la manina e…. sorpresa! Sul fondo trovò una noce. Era grande, lucida, perfetta! Proprio quella del sogno. Gioachino, felice, se la infilò in tasca e tornò a casa.
La sera Piripacchio rifece la stessa strada, tornò nella cameretta e aspettò che il bimbo si addormentasse. Poi, ancora una volta con la vocetta sottile sottile, gli raccontò che finalmente la noce-talismano era stata trovata, e che adesso ogni cosa sarebbe andata a posto.
La mattina dopo Gioachino si svegliò felice, strinse forte la sua noce e decise che non se ne sarebbe mai separato. Quel giorno scoprì di non aver più paura degli scricchiolii della casa, dei rumori improvvisi e del vento che soffiava forte. E scoprì anche che, se non faceva capricci e ascoltava la mamma, riusciva perfino a spiegarle cosa avrebbe voluto…. Insomma, alla fine della giornata Gioachino si ritrovò, felice e soddisfatto, convinto di aver veramente trovato un tesoro.
I giorni passarono, il folletto Piripacchio continuava a controllare il bimbo e lo vide diventare sempre più forte e sicuro. Gioachino non aveva più paura, si fece nuovi amici, decise che voleva diventare grande e forte come il suo papà, e piano piano dimenticò perfino la timidezza. La noce sempre in tasca, Gioachino divenne infine un giovane uomo. E quando, alla fine, si sposò ed ebbe un figlio - che chiamò Giacomo - tanto per non correre rischi, e convinto che in fondo un po' di magia può sempre aiutare, regalò quella noce ormai vecchia e un po' consumata al suo bimbo.

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Sogni di carta diBarbara Sanaldi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.

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