domenica 2 maggio 2010

Un giorno strano

Tatina e Pallina scoppiarono a ridere felici. Pallino - ricordate? lo scoiattolino dal pelo di mille colori? Ecco, lui! - aveva appena fatto una capriola ma invece di rialzarsi era finito, a testa in giù, in un mucchio di foglie e erba, e adesso non riusciva più a liberarsi. Si agitava tutto e, ridendo a più non posso, invece di alzarsi si ingarbugliava sempre più. E le due fatine, Tatina e Pallina appunto, a loro volta ridevano a più non posso. Incuriosito, si avvicinò uno gnomo, credo si chiamasse Barba, che poi corse a chiamare tutti gli amici. Nel giro di poco il boschetto risuonò delle risate di fatine, gnomi, elfi e animali, tutti divertiti dalle buffonerie di Pallino che, invece di arrabbiarsi, continuava a nuotare tra le foglie e a ridere…
Insomma, l'avrete capito, era una giornata come tante, nel Paese delle Rose, con un bel sole tiepido, qualche nuvoletta che si rincorreva nel cielo, e tanta allegria.
Solo che quel giorno, a dire il vero, non era proprio un giorno come gli altri. Pallino e i suoi amici non lo potevano sapere, ma stava per capitare una cosa che nessuno si sarebbe mai immaginato.
Si, ancora una volta c'entrava il mago Zazum, quel cattivone che nessuno vedeva più da tempo ma che, nascosto chissà dove, ancora tentava di diventare il re-imperatore del Paese delle Rose. E questa volta aveva pensato ad un piano che, era sicuro, avrebbe funzionato! In chissà quale parte del mondo aveva infatti scovato una magia potente, ed era deciso a metterla in pratica.
Tatina e Pallina alla fine decisero di aiutare lo scoiattolino, e sempre ridendo lo liberarono da quel mucchio di foglie che lo aveva imprigionato. "Ecco, pasticcione - dissero - adesso andiamo a far merenda, dai". E stavano per partire alla ricerca di fiori, frutta e nettare quando, all'improvviso, Tatina… Etciii…. Starnutì!
"Ehi - esclamò Pallina - che hai fatto?" "Cos'è quella roba" chiese a sua volta Pallino.
"Oh mamma - disse Tatina - non lo so! Ho sentito un brivido e un solletico al naso…"
I tre si guardarono stupiti, e sempre più stupiti si accorsero che si era levato un venticello fresco, anzi no, proprio freddo…. "Ma cos'è questo che sento?" disse Pallino. Già, perché lo sapete, no, nel Paese delle Rose il freddo non si era mai sentito!
Il vento intanto iniziò a fischiare, le nuvole in cielo invece di rincorrersi felici iniziarono ad unirsi… Il sole sbiadì, e all'improvviso tutto diventò grigio.
"Ehi, che scherzi sono questi?" esclamarono insieme i tre amici. E ancora non avevano finito di parlare che successe una cosa incredibile. Dalle nuvole iniziò a scendere una polvere bianca, prima piano piano, poi sempre più fitta…
Beh, voi lo sapete, era neve! Ma immaginate chi non l'ha mai vista! I tre guardarono increduli quella cosa bianca e fredda che, silenziosa, cadeva sul bosco e sui prati, copriva erba e fiori… "Aiuto - strillarono - che cosa sta succedendo?".
Chiaro, era quella la magia di Zazum! Aveva scoperto come trasformare l'estate dolce del Paese delle Rose in un vero e proprio inverno, gelido e nevoso. E pensava che quando tutto sarebbe stato coperto da una coltre bianca e fredda, gli abitanti si sarebbero rivolti a lui per chiedere aiuto, e così lui sarebbe diventato il più potente mago-padrone del Paese delle Rose.
Mentre Zazum, nascosto in una nuvola che dominava tutto dall'alto, portava neve ovunque, i tre amici preoccupatissimi cominciarono a tremare dal freddo. E con loro tutti gli abitanti del Paese delle Rose, fatine, gnomi, folletti, cervi e cerbiatti, scoiattoli e topolini, conigli e cinghiali… Tutti a battere i denti e a non saper cosa fare per difendersi da quella strana, gelida coperta bianca che stava coprendo ogni cosa.
Gli strani avvenimenti di quello strano giorno finirono con lo svegliare anche un altro abitante del Paese delle Rose, il piccolo e pigro Ghiro. Ghiro era null'altro che una bambinetta di pochi anni, metà fatina e metà folletta. Mamma e papè le avevano dato quel buffo nome proprio perché era assai pigra: appena poteva, scappava a cercare un posto comodo, una tana, un mucchio di foglie, un ramo foderato di foglie e fiori, per schiacciare un pisolino. Quel giorno appunto stava dormendo in un cespuglio di violette, circondata dal profumo dei fiori, quando un fiocco di neve le finì sul naso e la fece starnutire. Ghiro si svegliò stupitissima, e infreddolita. Si guardò attorno senza capire e nel tempo che impiegò a svegliarsi del tutto, la neve coprì ogni cosa. "Ehi, ma che accidenti sta succedendo? - esclamò Ghiro - Cos'è questa roba che fa male e fa venire i brividi? Etchi!". Ghiro si stiracchiò ben bene e decise di andare a cercare la mamma, magari lei sapeva cosa fare…
Solo che Ghiro senza saperlo era anche lei magica, ma la sua magia era speciale e non si era ancora rivelata…. Come tutte le cose del Paese delle Rose, aspettava il momento giusto, e il momento giusto era arrivato!
Perché Ghiro in realtà era una fatina-folletto dell'estate: nata nel mese delle Rose, suo era il compito di proteggere il caldo. E Ghiro, senza neppure accorgersene, lo fece! Quando si alzò, prese in mano un mucchietto di neve e gli soffiò sopra, come per tentare di capire cos'era. Bastò quel soffio, per sciogliere la neve e allora Ghiro cominciò a soffiare a più non posso. Nel giro di poco, tutta la neve era sparita, e Ghiro alzò la testa per soffiare contro le nuvole. E anche in quel caso la magia funzionò! Tutte le nuvole, tranne quella nera di Zazum, si dissolsero in un attimo, e il sole tornò a splendere.
Allora, ancora una volta, si sentì il vocione del mago nero "Nooooo. Non è possibile!" e la nuvoletta nera si allontanò velocissima, spinta dal soffio magico di Ghiro. Mentre si allontanava, si sentì il vocione di Zazum "tornerò, ah se tornerò! E non potrete sempre vincere!"
Quello che Zazum però non aveva ancora capito, era che nel Paese delle Rose ci sarebbe sempre stata una magia più potente di lui, la magia dei piccoli, e nessuno avrebbe potuto far loro del male!
Ghiro, soddisfatta, se ne tornò a dormire, e Pallino, Pallina e Tatina, e tutti gli altri abitanti del Paese delle Rose, un po' infreddoliti ma più che altro divertiti da quella strana avventura, ricominciarono a giocare e a divertirsi. Come sempre accadeva nel Paese delle Rose.

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