martedì 4 maggio 2010

La storia di Zazum

Quella che vorrei raccontare questa sera è una storia un po' triste ma forse anche interessante. Che dite, vi piacerebbe scoprire come ha fatto Zazum a diventare cattivo in un posto così meraviglioso come il "Paese delle Rose"? Zazum… ve lo ricordate, vero? Quel mago tutto vestito di nero che cerca disperatamente di diventare il più potente del suo paese, e ogni volta finisce con l'incontrare una magia speciale, quella dei piccolini… Beh, se vi interessa, questa sera potremmo scoprire chi è Zazum davvero, e perché è diventato un mago cattivo….
Che dite? Inizio?
Si???!!! Va bene, allora.
Ecco. Dovete sapere che Zazum non è sempre stato Zazum. La sua mamma, che era una folletta assai carina, e il suo papà, uno gnomo severo ma anche molto gentile, l'avevano chiamato Zinno….
Che dite, anche quel nome è strano? Già, è vero, ma nel Paese delle Rose non è che ci sono i nomi come li conosciamo noi…. E Zinno a mamma folletta e papà gnomo piaceva davvero tanto, quindi andiamo avanti!.
Dunque, Zinno nacque nel mese di dicembre, che però come ben sapete, era caldo come maggio visto che in quel magico paese non esisteva l'inverno, e le estati erano fresche e profumate…
Era un bimbo carino, con un gran ciuffo di capelli sulla testa e due occhietti verdi verdi che scrutavano tutto il mondo. Già così piccolo, sembrava ben deciso a non lasciarsi sfuggire niente e man mano che cresceva e imparava tutte le cose che i piccoli imparano - che nel Paese delle Rose, a dire il vero, succede molto più in fretta che da noi visto che là la magia certo non mancava! - subissava mamma e papà di domande. "Ma come fanno i fiori a sbocciare?" chiedeva, e "perché gli uccellini volano?", "perché le fate hanno le ali?" "e chi ha dato quei buffi cappelli a gnomi e folletti"….
Mamma e papà rispondevano come potevano, ma non è che sapevano proprio tutto, soprattutto quando Zinno iniziò a fare domande sempre più difficili. "Ma com'è che c'è sempre il sole?". "Come mai gli animali parlano?". "Ma come funziona la magia?"… Insomma, Zinno voleva sapere tutto di tutti, e mamma e papà, ad un certo punto, si stancarono. Del resto, lo sapete, follette e gnomi non hanno certo una gran pazienza, tanto più che in quel magico paese la cosa che più di tutto interessava agli abitanti era stare bene e giocare nei prati e nei boschi.
"Adesso basta Zinno - disse così un giorno la mamma - non puoi continuare a fare tante domande! Vai a scoprire il mondo da solo, se proprio ti interessa!".
Zinno, triste per aver fatto arrabbiare la mamma - che in realtà non era proprio arrabbiata, solo che doveva preparare la cena e non aveva tempo di pensare alle risposte, ma questo Zinno non lo sapeva! - uscì dalla casetta nella quale abitava, casetta che come tutte quelle del Paese delle Rose era fatta di legno, paglia e fiori.
Fuori, Zinno cominciò a pensare: "ecco, la mamma non sa le cose che mi interessano, e adesso non vuol più rispondermi…" Più ci pensava, più la cosa lo faceva arrabbiare. E più si arrabbiava, più pensava cose un po' stupidine… "se mi ha detto così, vuol dire che non mi vuole poi tutto quel bene che dice…"
"E allora io, io… uffa, non mi sta bene questa cosa"… e via di questo passo. Zinno camminava sempre più furibondo, calciando sassi e fiori e sentendosi solo e abbandonato. "Non c'è nessuno che mi vuole aiutare, tutti mi trattano male" pensava ormai arrabbiatissimo. A un certo punto, mentre quasi il fumo della rabbia stava per uscirgli dalle orecchie - che aveva un po' a punta come tutti i folletti - e con la barba da gnomo - che aveva preso dal papà - tutta aggrovigliata, esclamò ad alta voce: "Ah si! E allora vedrete di cosa sono capace!". Perché Zinno, che in fondo era ancora piccolo, non aveva ancora imparato che a volte la rabbia ti fa diventare davvero stupido: credi vere cose che vere non sono, e pensi che nessuno ti capisca, e allora invece di spiegarti e cercare di farti capire, ti arrabbi ancora di più e finisci con pensare e dire cose che proprio non sono vere!
Zinno era così in quella condizione che fa sì che un cattivo pensiero possa improvvisamente diventare la cosa più importante, e purtroppo quel cattivo pensiero arrivò davvero, chissà da dove! "Bene - gli balenò in testa - se nessuno mi vuol bene, allora nemmeno io voglio bene a nessuno. E diventerò il mago più potente del mondo, allora, vedremo chi sarà ad averla vinta! Saranno gli altri a venire da me a chiedere aiuto e a volere risposte, ma io non aiuterò nessuno, e non darò risposte!".
Da quel giorno Zinno smise di far domande e cominciò a studiare la magia. La mamma all'inizio sembrò contenta, poi però capì che c'era qualcosa che non andava, e cercò di capire. Zinno però, troppo orgoglioso, non le raccontava nulla e poco a poco, tra la disperazione e la preoccupazione della mamma, decise di andarsene. Zinno andò ad abitare da solo in una capanna nascosta in mezzo al bosco, e qui per lunghi anni, sempre solo e sempre con i cattivi pensieri che continuavano a balenargli in testa - e non c'era nessuno con cui lui potesse parlare, e il guaio era proprio questo! - lavorò per diventare un grande mago. Un giorno decise di cambiar nome, e scelse, appunto, quello di Zazum, che nel Paese delle Rose è un po' come una parolaccia..; Ecco, da quel momento quel buffo e simpatico bambino che era stato sparì, e al suo posto era arrivato un potente e cattivissimo mago. Nato, ma lui non lo sapeva, da quella rabbia che non aveva saputo né controllare né raccontare… La storia triste, in fondo, è proprio questa: chissà, magari se lui avesse raccontato alla mamma della paura che nessuno gli volesse bene, forse non sarebbe diventato Zazum, e allora nel Paese delle Rose ci sarebbe stato un mago cattivo in meno, e un gnomo-folletto buono in più.

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