martedì 25 maggio 2010

L'avventura di Celli

Questa è una strana storia, strana perfino per uno strano posto come era il Paese delle Rose. Così strana che ancora non so se crederci davvero… ma tant'è, io ve la racconto, tanto si sa, la fantasia, come la magia, è potente…
Dunque, tutto ebbe inizio quando nel Paese delle Rose arrivarono degli animali che non si erano mai visti. Niente di magico questa volta, almeno, non del tutto… Gli animali erano cavalli, forti, eleganti e intelligenti. Beh, a dire la verità, essendo una storia del Paese delle Rose, è chiaro che non erano cavalli come li conosciamo noi. Sapevano parlare, ovvio, ma avevano anche un'altra cosa che li faceva apparire diversi: avevano le ali. Grandi, forti e coloratissime ali capaci di trasformare anche il cavallino più timido in una specie di fantastico aeroplano.
Ecco, quei cavalli non erano sempre vissuti nel Paese delle Rose dove, lo sapete, un tempo c'erano solo animaletti piccolini, qualche cervo e fate, gnomi e folletti. I cavalli alati invece vivevano in un altro posto, un mondo così lontano e fatato che nessuno l'aveva mai nemmeno sentito nominare. Solo che un giorno, in quel mondo, successe che un mago cattivo, non si sa né come né perché, fece una magia che svegliò un vulcano. Allora tutto quel mondo si ritrovò infuocato, con la lava dappertutto e le piante che bruciavano. I cavalli alati allora si riunirono e decisero che era meglio scappare lontano, via da quel mondo infuocato e, soprattutto, lontano da quel mago pazzo e cattivo. E così si misero in volo, viaggiarono e viaggiarono finchè Celli, che era un cavallino ancora giovane giovane, vide una cosa che gli piacque moltissimo: un paese tutto verde con mille fiori colorati che sembravano macchie d'allegria. Mentre guardava, sentì delle risate salire verso il cielo - erano fate e folletti che giocavano, ma voi lo sapete, no?, che nel Paese delle Rose tutti gli abitanti erano felici e ridevano spesso! - e la cosa gli piacque ancora di più. Celli allora chiamò mamma e papà: "Ehi - nitrì - guardate là, che ne dite? E' un posto bellissimo!"
I cavalli alati allora cominciarono a girare attorno a Paese delle Rose e tutti capirono che era un posto speciale. Così, alla fine, il capo del branco - un cavallo nero con le ali screziate d'oro che si chiamava Jet - decise di scendere. Jet ordinò, con la sua voce roboante: "aspettatemi qui, vado a vedere se possiamo vivere qua". E si posò su un morbido prato. Subito attorno a lui arrivarono fatine, gnomi e folletti: "Ehi, e tu chi sei?" chiesero incuriositi, girandogli attorno e tastando pelo e ali…
Jet si presentò cortese, e poi disse "Io e i miei amici stiamo cercando un posto dove vivere. Possiamo fermarci qui con voi?"
"Certo che si - risposero all'unisono fate, gnomi e folletti - c'è tanto posto, e abbiamo sempre bisogno di nuovi amici". E fu così che nel Paese delle Rose arrivarono i cavalli alati.
Celli, che per primo aveva notato quel magnifico posto, era entusiasta. Fece subito amicizia con alcune fatine, e passava le sue giornate tra giochi e gare di volo. Un giorno con le sue amichette decise che voleva provare a volare più in alto di tutti, perfino dei passerotti. Così si mise le sue amiche fatine - che erano Stella, Tatina, Lupetta e Mina - sulle spalle e disse: "tenetevi forte, stiamo per fare un viaggio che non avete mai visto".
Celli spiegò le ali e partì di gran carriera. Volò e volò, e ancora volò, e all'improvviso successe una cosa strana. Si sentì un rumore fortissimo, come quando un bicchiere cade per terra… CRASHHHHH
Poi la luce del sole improvvisamente cambiò e i cinque amici si ritrovarono…. In una città! Ma non una città del Paese delle Rose, dove a dire il vero le città non c'erano. Proprio una città vera! Dappertutto c'erano palazzi, e strade, e macchine - che loro non le avevano mai viste - e tante persone. Insomma, Celli aveva volato così alto e così lontano che era finito nel nostro mondo!
I cinque, spaventati da tutte quelle cose strane, cercarono un posto dove fermarsi. Celli vide un parchetto con qualche alberello e un po' di fiorellini. "Meglio di niente" pensò, e si posò in mezzo al praticello. "E adesso, dove siamo finiti?" esclamò.
I cinque non si erano però accorti che in quel parchetto c'era una bimba che li guardava a bocca aperta. La bimba, che proprio non credeva ai propri occhi, si avvicinò al gruppetto di amici fatati: "e voi chi siete" chiese con voce tremante.
I cinque, che non avevano mai visto un bambino e men che meno un bambino umano, sembrarono quasi voler scappare, ma la bimba sembrava così carina… Allora Celli si fece coraggio e si presentò, spiegando anche che non sapevano dove erano finiti, e non sapevano nemmeno come fare a tornarsene a casa loro.
La bimba ci pensò un po' su, e poi fece una cosa stranissima: si girò e chiamò a gran voce "Carolinaaaaaa"…. Eh già, quella bimba era proprio Martina!
La bambolina magica arrivò in un battibaleno "Che succede?"
Martina spiegò il problema e disse "Tu non hai una fatina amica che ti aiuta? Magari può aiutare anche loro. Poverini, questo non è il loro mondo, e vogliono tornare a casa!"
Carolina chiamò allora la sua fatina, che solo lei poteva vedere e sentire, e questa - che in realtà era una fatina che un tempo aveva vissuto nel Paese delle Rose, e quindi sapeva bene come fare! - si mise sull'orecchio di Celli. Sussurrò poche parole, e Celli cominciò a ridere! "Ehi, ma così è davvero facile!" esclamò. Perché in realtà, gli aveva detto la fatina, per tornare a casa doveva semplicemente… volare forte come prima! Celli ringraziò Martina, Carolina e la fatina, si caricò di nuovo le sue amiche sulle spalle, e partì. Via veloce, fino a quando sentirono di nuovo quel fragoroso CRASHHHHHH
Ed eccoli di nuovo a casa! "Meno male - disse quasi incredulo Celli - che posto strano abbiamo visto". "Ma sei sicuro che l'abbiamo visto davvero - chiese Tatina - secondo me era un sogno!"
"Già - disse Mina - un posto così strano, mi sa che non esiste mica"
"No no - disse invece Stella - esiste, ma io non ci voglio tornare mai più"
"Però quella bambina - rispose Celli - era simpatica e carina…"
E Celli, senza dirlo alle sue amiche, pensò che magari un giorno sarebbe potuto tornare in quello strano mondo… chissà, magari anche là avrebbe trovato nuovi amici.
Ecco, questa è la storia di un giorno davvero strano. Che ne dite, sarà una storia vera? E Celli? L'avete mai visto? Chissà, magari un giorno accadrà!

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