sabato 8 maggio 2010

Lo strano regalo di Martina

"Si, va bene, ma mi spieghi come diavolo funziona quest'aggeggio!".
Martina si stava davvero arrabbiando. La sua amica Katia le aveva regalato uno strano giocattolo, un affare bitorzoluto, con un sacco di fili penzolanti, quattro bottoncini colorati e delle strane antenne…. "Vorrei proprio sapere che diavolo è!" sbuffò Martina, che certo non era famosa per essere una bambina paziente!
Quello strano regalo era arrivato alla festa di compleanno di Martina: la bimba aveva organizzato una strabellissima festa: la sua piccola casa era stata riempita di palloncini, la mamma aveva spostato per una volta tutti i mobili liberando la piccola sala e, dopo aver appeso festoni colorati ovunque e preparato un sacco di cose buone da mangiare e bere, aveva fatto entrare tutti gli amici di Martina.
Per un intero pomeriggio la piccola casa si era trasformata in un allegrissimo parco giochi. Poi era venuto il momento dei regali, e tra bambole, puzzle, costruzioni, libri e vestitini era apparso quello strano coso…. "Grazie Katia - riprovò Martina - ma proprio non mi vuoi dire che cos'è?"
Katia, che era una bimba simpatica e un po' dispettosa, scoppiò a ridere: "Eh no, Martina - rispose ridacchiando - sei tu che devi scoprire come funziona e a cosa serve…. Se no che regalo è?"
Martina, un po' scocciata, lo mise da parte…. "Va bene - brontolò - ci penserò…"
"Ecco, brava - ridacchiò ancora Katia - poi però fammi sapere!"
Intanto, la festa era ormai giunta alla fine, gli amichetti di Martina stavano salutando e, uno a uno, tornavano alle loro case. "Martina - strillavano a più voci - ancora auguri! Ci vediamo lunedì a scuola! Bella festa eh, grazie di tutto!"
La casa si svuotò quasi all'improvviso. La piccola sala era tutta per aria, palloncini, festoni, coriandoli, piatti e bicchieri ovunque! "Su Martina, adesso aiutami a rimettere a posto" disse la mamma… Le due si misero così al lavoro, ma intanto che raccoglieva le cose sparse, Martina non faceva che pensare a quello strano oggetto che le aveva regalato Katia. "Ma possibile che non potesse regalarmi una bambola come tutti gli altri?" pensava indispettita…"Ve bene, comunque, che mi importa! Ho così tanti giochi che certo non perderò tempo con quel coso che, sono sicura, non serve proprio a niente", decise ad un certo punto. Ogni tanto però adocchiava quell'affare che aveva appoggiato sul divano, e quasi senza volerlo si ritrovava a fare mille ipotesi…. "magari è un gioco elettronico, uno di quelli che fanno tanti suoni strani…" "No, non credo, sembra piuttosto una scatoletta per i miei gioielli…"
"Però, non mi sembra che si apra…"…. Insomma, proprio non riusciva a non pensarci!
Quando finalmente Martina e la mamma finirono di mettere a posto, la bimba stanchissima afferrò tutti i regali - compreso quello strano affare ancora misterioso - e se li portò in cameretta. Qui, senza pensarci nemmeno un attimo, chiamò Carolina - ve la ricordate, no?, la magica bambolina di Martina? - e indovinate un po? Invece di farle vedere tutti i giochi nuovi che i suoi amici le avevano donato, prese quel coso strano - che potremmo chiamare "il bitorzolo", tanto per capirci! - e glielo fece vedere: "Carolina - esclamò - guarda un po' qua! Secondo te, che cos'è quest'affare?".
Carolina, perplessa, lo osservò ben bene. "Mah, io proprio non so! A che serve?" chiese incuriosita. "E' proprio quello che vorrei sapere - rispose Martina - me l'ha regalato Katia, ma non mi ha voluto spiegare un bel niente, dice che devo scoprirlo io!"
"Vediamo un po' - disse allora Carolina - secondo me è una scatoletta…."
"Sarà, solo che non vedo come si possa aprire…"
"Allora, magari è una piccola televisione, vedi quelle antenne?" provò ancora Carolina
"Ma no, dai, e come funzionerebbe? Oltre tutto, non c'è neanche lo schermo!"
"Allora forse è una radiolina…. Hai provato a schiacciare i bottoni?" suggerì la bambolina
"Siiii certo che ci ho provato! Non succede proprio un bel niente!" rispose Martina
Le due amiche, ormai stremate dai tentativi, rimasero a fissare il bitorzolo senza più sapere che pesci pigliare. "Sai che ti dico? - esclamò alla fine Martina - io adesso vado a dormire, sono stanchissima, e poi in fondo… che m'importa!"
Ma Martina continuò invece a pensarci, tanto che quando finalmente si addormentò, finì con il sognare il bitorzolo, e il sogno che fece era davvero strano. Nel sogno c'era infatti una fatina - proprio quella che l'aveva accompagna nella sua magica isola e che ogni volta l'aiutava a raggiungere i posti meravigliosi che la bambina sapeva disegnare - che con il bitorzolo in mano faceva una cosa strana: lo usava come una specie di bacchetta magica, pronunciando strane parole… No, non "sim sala bim" o "bidibi bu" ma qualcosa tipo "sbam pum sbam karakà"… Martina, stupitissima, si svegliò all'improvviso. "Vuoi vedere….".
Corse a prendere il bitorzolo, pronunciò quelle strane parole e…. all'improvviso tutti i bambolotti e i peluche e le macchinine che c'erano nella cameretta presero vita! "Accidenti - strillò Martina - allora è proprio una cosa magica!!!!" Quella notte Martina proprio non dormì. Aiutata da Carolina - e dalla fatina che, pur restando nascosta, era sempre presente! - provò e riprovò ad usare il bitorzolo. La mattina dopo, tutta eccitata, corse a scuola per parlare con Katia. "Ehi - strillò quando finalmente la incontrò - ma mi hai regalato una cosa magica! Quell'affare è capace di far diventare vero ogni giocattolo!!!!"
"L'hai scoperto! - rispose Katia ridendo come una matta - Vero, è proprio magico! Ma lo è solo se sai come usarlo…"
"Beh, io ho sognato le parole magiche…"
"Parole magiche - sussurrò Katia, per una volta seria - che funzionano solo se hai la magia dei bambini…" "E cioè?" chiese Martina, che però cominciava a capire…
"Ma dai che lo sai - ripose Katia - quella magia che si chiama fantasia, e che niente e nessuno può rubare!".
E Martina, da quel giorno, decise che Katia sarebbe stata la sua migliore amica. Chi altra avrebbe potuto farle un regalo tanto meraviglioso?

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