venerdì 28 maggio 2010

Viaggio nel Paese delle Rose

"Non ci credo, proprio non ci credo… E' una cosa così, così…. Non mi vengono neanche le parole!" Per la prima volta nella sua vita Martina non sapeva proprio cosa dire. Era appena tornata a casa dopo un'avventura incredibile - lo sapete, no? Aveva incontrato Celli e le sue amiche fatine - e proprio non sapeva darsi una spiegazione. Carolina invece, che di magia ne sapeva proprio tanto, sorrideva contenta. Quell'incontro le aveva confermato quello che pensava da sempre: i bimbi umani sono davvero un po' magici, e basta volerlo che tutto diventa possibile…
"No Carolina, non ci credo davvero - esclamò Martina - secondo me abbiamo sognato tutto… ma dai, un cavallo con le ali? E poi quelle buffe farfalline che aveva sulla schiena… tu dici che erano fatine, ma come faccio a crederci?"
Carolina non rispose. Stava pensando come fare a convincere Martina e all'improvviso le venne un'idea: "Ehi, dammi un po' i tuoi pastelli e i fogli…".
Carolina si mise a disegnare velocissima e in un istante apparve quel mondo che quello strano cavallo alato aveva descritto… Lo avete capito, no?, il Paese delle Rose!
Carolina aveva disegnato un grande prato tutto colorato dai petali dei fiori, alberi verdi e in alto un cielo azzurro con qualche nuvoletta bianca. E poi aveva disegnato qualche fatina, un paio di gnometti, e un folletto nascosto dietro un fungo.
"Ecco - disse - questo è quello che ci ha raccontato… vediamo un po' cosa succede adesso!"
E, essendo una storia di Martina, ovviamente successe: la sua fatina misteriosa arrivò, con un tocco leggero di bacchetta spedì Martina, e questa volta anche Carolina, in quel fantastico disegno.
Martina, che ancora non si era abituata a quegli strani viaggi, si stropicciò gli occhi. "Ehi - disse - ma allora non sto sognando! Siamo qui per davvero!"
Subito attorno a lei e alla bambolina magica arrivarono curiosi gli abitanti di quel paese. "E tu chi sei? Da dove arrivi? Giochi con noi?". Come sempre fatine, folletti e gnomi parlavano tutti insieme, creando una gran confusione e ridendo felici di quella nuova, strana amica arrivata chissà da dove.
Martina, ancora un po' stupita, si guardò attorno e all'improvviso si illuminò tutta. Di gran carriera, con la criniera scompigliata dalla fretta, stava arrivando niente meno che… Celli!
Martina gli corse incontro e lo abbracciò felice. "Ma allora esisti per davvero!" esclamò.
Celli sbuffò "Certo che esisto! A dir la verità, eri tu che non sapevo se eri vera!"
E scoppiarono tutti a ridere, felici di quella nuova avventura che sembrava l'inizio di una nuova, bellissima amicizia.
Quello che però non sapevano, era che proprio in quel momento per il Paese delle Rose si stava preparando un altro pericolo. Già, sempre lui, quel catti-cattivissimo mago Zazum che proprio di arrendersi non ne voleva sapere. Sempre nascosto nella sua nuvoletta nera osservò il gruppetto e decise di tentare un'altra magia.
"Una bambina umana - pensava - mi servirà sicuramente! Loro non hanno magia, la catturerò e per liberarla dovranno per forza obbedirmi!"
Zazum preparò con cura una rete magica fatta di nuvole e fili di ragno e… Oplà, la lanciò verso Martina che si ritrovò impigliata e imprigionata.
"Ehi - strillò - cos'è questa roba appiccicosa e fredda? Aiuto, qualcuno mi liberi!"
Dall'alto tuonò la solita voce "Quello sgorbietto - strillò Zazum - è mio prigioniero e me la porterò via con me se non diventerò il vostro imperatore. Accettate di obbedirmi, e inginocchiatevi, o la bambina non tornerà mai più"
Carolina, furibonda, si guardò attorno fino a che non trovò un grande ramo spinoso - era un ramo di rose, ovviamente - e lo afferrò decisa a difendere la sua amica "Ehi - strillò - fatti vedere, vieni giù e prova a prendere anche me!"
Zazum rise cattivo "figuriamoci, una pulce come te!" e si preparò a portar via Martina.
Allora Celli, in un battibaleno, si caricò Carolina sulle spalle, sempre armata di quel ramo spinoso, e con le ali potenti in un batter d'occhio arrivò alla nuvoletta nera che nascondeva Zazum.
Carolina, coraggiosa come sanno essere solo le bamboline magiche, sferrò un gran colpo contro quella nuvoletta. Si sentì un PATAPUM SHHHH AHIIIIIII…. Una delle spine si era infatti infilata… nel sedere di Zazum! Che, per il dolore, lasciò la rete con la quale aveva catturato Martina e cominciò a saltellare strillando…. "Ahia ahia ahia - urlava saltando dentro e fuori dalla nuvoletta - che male!!! Ma possibile che non me ne va bene una!!!"
Zazum, sempre urlando e saltando, scappò via trascinato dal vento che sospingeva la sua nuvola. Celli e Carolina tornarono velocemente a terra, dove Martina, aiutata da gnomi e fatine, si stava finalmente liberando da quella rete appiccicosa. "Uff - disse - ma chi era quel matto? Che voleva?"
Celli, ridendo felice per come erano andate le cose, spiegò a Martina la storia di Zazum, e le disse "vedi? Ancora una volta a sconfiggerlo è stato un piccolo, questa volta una bambolina!"
E tutti giù a ridere! Poi Martina si guardò attorno: "Ehi, adesso però è tardi, noi dobbiamo tornare a casa!"
Celli, un po' triste, la guardò un attimo, e poi esclamò: "va bene, però a un patto: prometti che tornerai! Abbiamo un sacco di cose da fare noi!"
Martina promise, poi assieme a Carolina chiuse gli occhi e… si ritrovò a casa.
"Mamma mia! - esclamò - che bel posto, ed è tutto vero! Carolina, ci torniamo presto, eh?". Poi, visto che era tardi, andò a nanna e, cosa non certo difficile da credere, sognò… il Paese delle Rose.

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