domenica 14 marzo 2010

I tre monelli

Mamma Baba era preoccupata. I suoi tre piccoli, Macchia, Ciccolino e Zolletta, sembrava ne stessere inventando un'altra delle loro. I tre, che se non lo sapete erano tre cagnolini molto ma molto simpatici ma anche molto ma molto birichini, erano spariti e mamma Baba non li vedeva più da troppo tempo per non pensare che stessero combinando qualche guaio. E a dir la verità, le cose stavano proprio così! I tre infatti avevano deciso di esplorare il bosco che si vedeva dalla loro cuccia, un bosco che ad esser sinceri non è che era poi tanto grande, ma a loro, piccoli come erano, sembrava immenso. Avevano aspettato che mamma Baba si distraesse - aveva da preparare la pappa per la sera - e zitti zitti erano usciti, armati di zaini stracolmi di cose buone da sgranocchiare, bastoni per aiutarsi a spostare rami e cespugli e, ovviamente, scarponcini alle zampine…
Ah si, vero, non ve l'ho detto… non erano proprio tre cuccioli normali perché ancora una volta siamo in un posto un po' magico… no, non il Paese delle Rose, lì non mi sembra ci siano cagnolini… forse! No, comunque, era un posto quasi uguale al nostro mondo, ma anche lì, ovviamente, c'era un po' di magia - altrimenti che favola sarebbe! - e tutti gli animali sapevano parlare. Ecco, quel posto era un pianeta lontano lontano, che i suoi abitanti chiamavano Esperia… se nelle notti stellate guardi attentamente, forse riesci a vederlo: è un puntino brillante che ogni tanto sembra colorarsi di verde…
Comunque, torniamo alla nostra storia. Macchia, Ciccolino e Zolletta erano ormai lontani da casa, ben felici di non esser stati scoperti da mamma Baba e decisi più che mai ad esplorare quel bosco che a loro sembrava così grande e pauroso.
Macchia, che si chiamava così perché aveva il pelo bianco latte con tantissime macchiette nere, era il più grande dei tre, e per questo voleva sempre comandare lui. "Ecco - disse infatti - adesso abbiamo camminato abbastanza. E' ora di fermarsi e fare un po' di merenda".
"Ma non siamo neanche arrivati al bosco! Non puoi già esser stanco!" esclamò Ciccolino, il più saggio e coraggioso dei tre fratellini. Ciccolino, che aveva il pelo marrone chiaro e gli occhi verdi che sembrava quasi un gatto, era assolutamente deciso ad arrivare al bosco il più in fretta possibile.
"No, no, ha ragione Macchia - esclamò Zolletta, che si chiamava così perché era golosissimo, e per lui ogni occasione era buona per far merenda! - fermiamoci un po' a mangiare, giusto il tempo di far due assaggi…"
I tre cominciarono a litigare, ognuno convinto di aver ragione, e mentre litigavano e strillavano e cercavano di convincersi, continuavano a camminare. Senza però guardare dove stavano andando. E così non si accorsero che nel bosco c'erano arrivati per davvero, ma che avevano anche perso il sentiero!
E tra strilli, grida e minacce, andarono avanti per un bel po', fino a quando Zolletta, sempre più affamato, si guardò attorno: "Ehi - strillò - ma dove siamo finiti adesso?"
Tutto attorno a loro c'era il bosco, fitto e buio… s'erano addentrati troppo, ed erano finiti in una valle lontana che nessuno conosceva!
"E adesso che facciamo?" disse Macchia, che pensava di essere il capo ma in realtà non è che fosse proprio il più coraggioso e forte dei tre!
"Aspettate - disse Ciccolino - fatemi pensare…"
Ciccolino si sedette per terra… solo che finì proprio sopra un gran fungo che si spiattellò tutto… "Ehi - strillò una voce stizzita - che fate? Quella era casa mia! E adesso, come faccio!"
I tre si guardarono attorno e videro, dietro una foglia, spuntare un gran cappello a punta, poi un nasone bitorzoluto, e infine uno gnomo tutto rosso dalla rabbia…
"Scusa, davvero scusa - esclamò Ciccolino - non l'ho certo fatto apposta. E' stato un incidente… farò tutto quello che posso per rimediare…"
"Sarà meglio - esclamò lo gnomo, un po' rabbonito ma neanche poi tanto - perché altrimenti vi trasformo in tre topi di campagna…"
"No, no - esclamarono i tre - topi no, noi siamo cagnolini, e ci piace tanto! Dicci cosa dobbiamo fare…"
Lo gnomo, che era molto arrabbiato ma in fondo non era cattivo, ci pensò un po' su e poi, con un gran sorriso, esclamò "non dovete far altro che aiutarmi a trovare un altro fungo-casa!"
Beh, facile a dirsi, ma di funghi così grandi non è che ce ne erano poi tanti in quel bosco… per fortuna i tre fratellini erano, appunto, cagnolini e si sa, i cagnolini hanno un segreto: un gran fiuto che li aiuta in un sacco di cose! I tre cominciarono così ad annusare, e annusa di qua, annusa di là, Zolletta, che essendo il più goloso aveva anche imparato a usare meglio quel dono, ad un certo punto esclamò "ecco! Trovato!"
E partì di gran carriera, seguito dai fratelli e dallo gnomo. Dopo una gran corsa, arrivarono in una radura, e proprio al centro c'era un fungo enorme, marrone chiaro, con tanti pallini rosati… "Bellissimo - disse lo gnomo, che si chiamava Pinco - questo si che mi piace! Ed è anche più grande della mia vecchia casa!"
"Allora, se tutto è a posto, noi torneremmo a casa…" disse Macchia, che si era accorto che ormai stava calando la sera. "Si si - fece Ciccolino - solo che… dove siamo finiti?". Preoccupati, i tre si guardarono attorno: proprio non riconoscevano nulla, altro che esplorare il bosco! Si erano persi!
Pinco allora, che come detto in fondo era molto gentile, fece un gran sorriso e disse "non vi preoccupate, vi aiuto io"
"Grazie - esclamarono i tre - ma il problema è che se arriviamo con il buio, questa volta la mamma si arrabbia sul serio!"
Pinco si fece serio serio… "eh no, non va bene se la mamma si arrabbia… fatemi pensare… ma certo! Aspettate!" e sparì in un baleno.
I tre cuccioli monelli si guardarono stupiti e sempre più preoccupati. "Quello ci ha abbandonati - strillò Macchia - e adesso che facciamo?"
Quando stavano ormai quasi per piangere, con un altro sbuffo tornò Pinco. "Eccomi, e ho trovato la soluzione!" disse ridendo. Con lui, infatti, c'era uno strano personaggio. Sembrava una bambina, ma più piccola, con i capelli neri lunghi lunghi e gli occhi ancor più neri che brillavano di mille stelle. Era tutta vestita di foglie e fiori, e sulle spalle aveva due aluccie dorate che battevano veloci veloci diffondendo una musichetta dolce. "Ecco - disse Pinco - lei è Lalla, la mia amica ninfa.. lei vi può aiutare…"
La ninfa, infatti, aveva una magia potente, e senza neanche pensarci un attimo, chiuse gli occhi e battè le manine… puf! In un istante i tre fratellini, che ancora non avevano ben capito cosa stava succedendo, si ritrovarono davanti alla porta di casa…
In quel momento mamma Baba, che ormai era preoccupatissima, uscì e quando li vide tirò un gran sospiro di sollievo. "Siete qui? Ma dove siete stati - chiese - vi ho cercato tutto il pomeriggio…"
"Eh, eravamo in giro - risposero insieme i tre - niente di speciale, abbiamo giocato un po'…"
"Niente guai oggi?" chiese stupita mamma Baba.
"No dai mamma, niente guai - rispose ridendo Ciccolino - ma per chi ci hai preso?".
E anche Macchia e Zolletta scoppiarono a ridere. La mamma li guardò un po' strana, "non me la state raccontando giusta" disse, dato che le mamme, anche le mamme cagnoline, riescono sempre a capire i loro piccoli.
"Ma tant'è - disse ancora mamma Baba - siete qui e state bene, per questa volta non indagherò… adesso di corsa a lavarsi, che è quasi ora di mangiare"
I tre obbedirono veloci veloci, felici di essere tornati a casa… ma quel bosco… accidenti che avventura, pensavano… e già sognavano di trovare il modo per tornare da Pinco e dalla ninfa… e chissà se ci riusciranno!

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