martedì 16 marzo 2010

Il grande Crash




Macchia, Ciccolino e Zolletta erano abbacchiati. Sul pianeta Esperia stava ormai arrivando l'inverno, fuori faceva freddo, tirava vento e pioveva a catinelle. E il risultato era che i tre cuccioli erano costretti a restar chiusi in casa, cosa che a tre monelli come loro proprio non piaceva.
"Uffa - brontolava Macchia - mi annoio". "Accidenti - rispondeva Ciccolino - non mi piace stare in casa". "E a me - diceva Zolletta - tutto questo star fermi fa venire una gran fame…"
Insomma, si stavano davvero annoiando e si sa, quando tre monelli si annoiano, allora si che è un guaio!
E infatti, improvvisamente Macchia saltò su strillando "ma certo! Perché non ci abbiamo pensato prima? Fuori piove, è vero, ma possiamo sempre giocare nel cortile del signor Ugo… lì c'è una bella tettoia e la pioggia proprio non ci arriva!"
"E' vero - strillarono Ciccolino e Zolletta - presto dai, prendi la palla!"
Il cortile del signor Ugo era un posto speciale… il signor Ugo era infatti un vicino dei tre cagnolini che aveva costruito una gran tettoia di legno proprio accanto alla sua casa, non lontana da quella dei tre. Lì sotto, il signor Ugo teneva la sua collezione di animaletti in vetro, che amava tantissimo e considerava il suo tesoro. Per questo non voleva che i cuccioli giocassero in quel cortile… e per questo invece i cuccioli, monelli com'erano, non vedevano l'ora di intrufolarsi in quel posto proibito!
E così Macchia, Ciccolino e Zolletta studiarono un piano: senza far rumore, infilarono le giacche, poi controllarono la mamma - che stava preparando la cena e quindi era impegnatissima - e zitti zitti guadagnarono la porta. Una volta fuori, corsero velocissimi fino al cancello del signor Ugo. Anche qui, controllarono che nessuno li stesse guardando e poi con tre gran salti entrarono nel cortile.
Dove, ovviamente, la pioggia non arrivava, e così i tre iniziarono una magnifica partita a palla…
Tra strilli, calci e risate, i tre fratellini si stavano divertendo un mondo. Solo che la sfortuna, si sa, prima o poi ci mette sempre lo zampino… ed ecco che Macchia fece un gran tiro, Ciccolino cercò senza riuscirci di bloccare il pallone e Zolletta ci mise del suo, con un altro calcetto che, sfortuna sfortunaccia, infilò la palla dritta dritta, e a gran velocità, contro l'armadietto che custodiva tutti i preziosi animaletti di vetro del signor Ugo.
E così, sotto gli occhi spaventati dei tre, il pallone picchiò e…. CRAAAAASSSHHHH…. L'armadietto si ribaltò, gli animaletti finirono a terra, il vetro si frantumò…
I tre si guardarono attorno spaventatissimi ma non fecero nemmeno in tempo nemmeno a iniziare a pensare a cosa fare che la porta del signor Ugo si spalancò, e il signor Ugo in persona, tutti i capelli dritti in testa e gli occhi spalancati, esclamò "Che è? Che è successo? Che è stato?"… Poi vide i suoi preziosissimi e amatissimi animaletti, sparsi per terra e in frantumi…
"Ahhhh - gridò tristissimo - chi è stato? I miei tesori…"
Quando alzò gli occhi, vide i tre fratellini che, tremanti, cercavano di non farsi notare…
"Voi, siete stati voi…" bofonchiò, talmente arrabbiato da non riuscire nemmeno a trovare le parole..
In quel momento mamma Baba, attirata dalle urla, si affacciò alla finestra e quando vide quello che stava succedendo, capì subito che i suoi tre monelli avevano combinato un altro guaio guaioso. Mamma Baba si precipitò nel cortiletto, arrabbiatissima: "che è successo? - strillò - che avete combinato?"
Il signor Ugo, tutto rosso dalla rabbia, spiegò "lo vede, mi hanno distrutto tutti i miei tesori… è un disastro, una tragedia"
"Bambini - disse mamma Baba - ma quante volte ve lo devo dire? Come avete fatto?"
I tre, con i musetti in giù e gli occhi pieni di lacrime, neanche provarono a inventar scuse… "è stato un guaio, mamma - dissero a mezza voce - non volevamo…"
"Lo so che non volevate - disse mamma Baba - ma il fatto è che sapevate benissimo che qui, in questo cortiletto, non dovevate proprio venire… questo vi costerà un gran castigo…" Mamma Baba ci pensò un istante, e poi disse "per un mese intero non uscirete di casa, e niente dolci, e farete tutti i lavori di casa senza fiatare…"
I tre, con le orecchie che sembravano quasi voler toccare terra tanto si sentivano colpevoli, non osarono fiatare…
"Ma non è finita qui - disse ancora mamma Baba - perché adesso tocca al signor Ugo. E' a lui che avete combinato un gran guaio, e lui solo può dire come dovrete rimediare…"
Il signor Ugo, con le lacrime agli occhi, guardò i suoi animaletti, e poi i cuccioli. "Ormai è fatta - disse triste triste - i miei animaletti non ci sono più, ma dovete imparare che certe cose non si fanno… comincerete con il pulire tutto, portando via i vetri e stando ben attenti a non farvi male. Poi vedremo… nel frattempo questa - disse indicando il pallone - me la prendo io". E afferrata la palla, se ne tornò in casa…
I tre monelli, mogi mogi, si misero all'opera e, armati di scope e palette, ripulirono tutto. Intanto però Ciccolino continuava a pensare "chissà che altro ci chiederà il signor Ugo… eh si, ha ragione, ma già la mamma ci ha messi in castigo… chissà se possiamo far qualcosa per rimediare…"
Pensa che ti ripensa, a Ciccolino venne in mente quello strano personaggio che avevano conosciuto solo pochi giorni prima… si, lo gnomo Pinco, ma soprattutto la ninfa Lalla. "Ah se potessi chiamarla - pensava Ciccolino - lei ha un sacco di magia, magari potrebbe aiutarci… il signor Ugo è così triste per i suoi animaletti…"
E mentre pensava a Lalla, ci pensava così forte che un pensiero prese il volo, e volò volò volò fino al fitto del bosco, e colpì in pieno Pinco che, nella sua nuova casa a fungo, si alzò di scatto e corse a chiamar Lalla.
Ed ecco che in un baleno, nel cortiletto apparve uno sbuffo… e Pinco e Lalla erano proprio là!
I tre fratellini, increduli, raccontarono quello che era successo. "Il castigo ce lo meritiamo - disse Macchia - ma il povero signor Ugo… l'ho visto, sapete, stava proprio piangendo… non possiamo far qualcosa?"
Lalla, che come tutte le ninfe sapeva leggere nel cuore degli esseri viventi, si accorse che i tre fratellini erano si dei gran monelli, ma erano anche buoni e davvero preoccupati per il signor Ugo. E così, con un battito di ciglia, compì ancora una volta la sua magia… tutti i cocci cominciarono a danzare nell'aria e poi, accompagnati da quella dolce musica che sempre circonda le ninfe, cominciarono ad unirsi.. incredibile… nel giro di pochi minuti ecco che tutti gli animaletti del signor Ugo tornarono a risplendere, al loro posto nell'armadietto. E, sentendo quella dolce musica, il signor Ugo tornò ad affacciarsi dalla porta. E si stropicciò gli occhi, e se li ristropicciò un'altra volta… "Ma ma ma…" balbettò incredulo.
I tre fratelli, felicissimi, lo presero per mano e gli fecero vedere gli animaletti: "ecco - disse Ciccolino - tutto è tornato a posto. Ma, signor Ugo, adesso promettiamo che non verremo mai più a giocare a palla nel cortile!"
Ugo, che proprio ancora non ci credeva, neanche rispose, e rimase incantato a rimirare i suoi tesori mentre i tre fratellini, quatti quatti, uscivano dal cancello per tornarsene a casa. "Grazie Lalla - dissero poi - davvero sei stata generosa e gentile… promettiamo che non combineremo più guai…"
Lalla e Pinco però scoppiarono a ridere: "si, sappiamo che non volete combinare altri guai, ma insomma… sappiamo anche che siete anche dei gran monelli birichini… a dire il vero, c'è una cosa che dovreste prometterci: almeno, cercate di ubbidire alla mamma…"
"Si si, va bene - strillarono i tre - lo faremo, promesso"… e corsero di gran carriera a casa dove mamma Baba li aspettava, e dove li aspettava anche il castigo… ma quella del castigo è davvero un'altra storia!

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