giovedì 18 marzo 2010

La storia di Martina

C'era una volta, tanto tanto tempo fa, un paese piccolo piccolo….
"Uffa mamma! Ma sempre così me le racconti!!!" sbuffò Martina, scocciata per quel "c'era una volta".
"Ma come - disse la mamma, stupita - non ti piacciono le mie storie?"
"Ma no, solo che insomma, fate, principesse, gnomi… ma davvero non ne sai altre?". La mamma guardò la sua bimba, il visetto tutto corrucciato: "ma, Martina, io queste so, perché tu ne sai altre?"
Martina ci pensò su un istante, poi seria seria iniziò a spiegare:
"Vedi mamma, io volevo sapere la storia di quel robot che un giorno decise di andare al supermercato…."
"Ma io quella storia non la conosco, bimba mia" rispose la mamma.
"Ma dai, possibile, ecco facciamo una cosa, allora questa sera la favola te la racconto io". E Martina iniziò a raccontare:
qualche giorno fa, non molti a dire il vero, un grande robot - che lo sai mamma che il robot è un uomo di ferro, vero? - di nome Giobbe decise che voleva andare a fare la spesa al supermercato. Non è che gli serviva qualcosa, i robot si sa non mangiano, e nemmeno usano i vestiti, solo che voleva capire come mai i suoi amici umani andavano sempre a far la spesa, e sembravano pure felici.
Giobbe si incamminò, che lui non sapeva guidare, ma appena uscito di casa si accorse che c'era un problema: nessuno gli aveva spiegato dove diavolo era quel supermercato dove tutti andavano….
"Ma Martina - interruppe la mamma - spiegami una cosa, dove viveva quel robot? E chi lo aveva costruito?"
"Uffa mamma, che ti importa? - rispose Martina - io ti chiedo mai chi sono fatine e gnomi dei quali parli sempre? La favola è favola, altrimenti che favola è!"
E sbuffando riprese il racconto:
Allora Giobbe provò a chiedere informazioni. Sulla strada incontrò una signora che teneva al guinzaglio un cagnolino bianco e nero. "Scusi signora - disse Giobbe con il suo vocione da robot - saprebbe dirmi…."
Solo che a quel punto il cagnolino iniziò ad abbaiare disperato, spaventato dal quel grande uomo di ferro, che lui una cosa così non l'aveva mai vista. La signora a sua volta strabuzzò gli occhi e, spaventata ma decisa a non darlo a vedere, cominciò ad allontanarsi veloce.
Giobbe rimase a guardarla, stupito; "Ma che ho fatto?" pensò un po' triste. Poi si guardò attorno per vedere se c'era qualcun altro a cui chiedere informazioni. In quel momento stava arrivando un vigile. "Ecco, lui di sicuro mi aiuterà", si disse Giobbe.
Solo che il vigile, scorto il robot, cominciò a fischiare come un dannato con il suo fischietto per chiedere aiuto….. FIIIIIIIII FIIIIIII FIIIIIII
Chissà cosa aveva pensato, forse che Giobbe fosse un malfattore scappato da una prigione!!!!
Giobbe, spaventato da quel fischio, iniziò a correre, deciso ad allontanarsi il più possibile da quel rumore infernale.
Correndo, finì in un grande parco dove nonni e bambini stavano giocando sulle giostre. "Uffa - pensò Giobbe - ma che giornata… possibile che nessuno mi voglia aiutare?"
In quel mentre un bimbo piccolo piccolo, di nome Simone, si avvicinò incuriosito al grande robot. "E tu chi sei?" chiese con la sua vocetta.
Giobbe, che non aveva mai visto un bambino….
"Ma dai, com'è possibile che non avesse mai visto un bambino?" chiese all'improvviso la mamma
"E perché continui ad interrompermi, mamma!" sbottò Martina. "Comunque - disse - non aveva mai visto un bambino perché non era mai uscito di casa prima, e adesso lasciami finire"
Dicevo, Giobbe, che non aveva mai visto un bambino, si chinò incuriosito. "E tu cosa sei?" chiese con il suo vocione
"Io sono Simone, e tu?"
Giobbe si presentò, e poi fece la sua domanda. "Ma tu lo sai dov'è il supermercato?"
"Eh, io no - rispose Simone - però la mia mamma ci va sempre. Mi sa che è lontano lontano, perché lei ci mette sempre un sacco di tempo, a fare la spesa"
Giobbe a quel punto aveva ormai perso ogni speranza… con lo sguardo triste decise che era meglio tornarsene a casa. "Mi sa che i supermercati - pensò - non sono fatti per noi robot…."
Mogio mogio, salutò Simone e riprese la strada di casa - attento però a non incontrare un'altra volta quel vigile e il suo fischietto. A casa lo aspettava il suo amico Giacomino - che in realtà era un omone grande e grosso, e non si sa perché lo chiamavano Giacomino, ma tant'è - che gli chiese dov'era stato. Giobbe raccontò la sua avventura e Giacomino, ridendo come un pazzo, gli disse "Giobbe, Giobbe, ma basta chiedere! Domani, promesso, ti porto io al supermercato, così vedrai come funziona!"
…. "Ma…. Mamma!!!!! - esclamò Martina all'improvviso - che fai?"….. SSSSSSHHHHHH…. La favola di Martina era così carina che la mamma….. si era addormentata!!!!! Buona Notte!

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