venerdì 2 aprile 2010

Cicco Cicoria

La conoscete la storia di Cicco Cicoria? No? Davvero? Ma che strano. Quella di Cicco Cicoria è una storia davvero carina… beh, allora sapete che facciamo? Ve la racconto proprio adesso…
Dunque, dovete sapere che Cicco Cicoria non si chiamava proprio Cicco Cicoria. Mamma e papà lo avevano chiamato Francesco, ma lui, crescendo aveva scoperto una gran passione proprio per la cicoria, si, sapete, quell'insalatina tenera tenera che cresce nei campi… ecco, proprio quella! E allora, visto che appena poteva scappava a raccoglier cicoria, finirono tutti per chiamarlo Cicco Cicoria, e quel nomignolo, che in fondo gli piaceva pure, gli restò addosso. La storia in questione, però, è un'altra. Racconta di una volta che Cicco fece un incontro davvero strano…
Ecco, un giorno Cicco si accorse di avere una gran voglia di fragoline di bosco e come sempre, visto che era un bambino che aveva la fortuna di vivere in un paesino vicino ai boschi, non ci pensò due volte: salutò la mamma, infilò gli stivaloni, prese un cestino e partì di gran carriera alla ricerca di fragoline.
Solo che Cicco, che era un bimbo sveglio ed educato ma anche un gran distratto, non aveva pensato che ormai era quasi inverno, stagione che proprio con le fragoline di bosco non c'entra nulla!
E così il nostro eroe cominciò a cercar per boschi, fruga di qua, fruga di là… trovò un po' di funghi, questo si, ma di fragoline neanche l'ombra. E a un certo punto Cicco, che proprio aveva una gran voglia di quei dolcissimi tesori del bosco, finì con l'arrabbiarsi. E la rabbia di Cicco Cicoria era un vero spettacolo!
Sembrava gli uscisse fumo dalle orecchie, e saltava e strillava, e tirava gran calci in giro… a un certo punto tirò un gran calcione contro un cespuglio ma invece del solito rumore un po' foglioso si sentì "szuff… ahiooooo"… Cicco restò con la gamba a mezz'aria, gli occhi spalancati. E da dietro il cespuglio si affacciò un lupo!
Enorme, il pelo arruffato e gli occhi spiritati, il lupo strillò ringhiando "ehi! Che ti salta in mente? Mi hai fatto male!"
Cicco, che proprio non sapeva che i lupi parlano - ma a dire il vero, i lupi parlano solo in occasioni speciali, e solo con quei ragazzini che sanno ascoltare - restò senza parole: "oh - disse poi - mi spiace, non sapevo che c'eri tu. Ti prego, scusami tanto!"
"Scuse scuse - bofonchiò il lupo - non so che farmene delle tue scuse. Il sedere mi fa un gran male! Io me ne stavo qui tranquillo, non davo fastidio a nessuno, e guarda un po' te che mi va a capitare…"
"Davvero, scusa - rispose Cicco - ero solo arrabbiato perché ho voglia di fragoline, ma non ne trovo nemmeno una…"
"Fragoline? - rise il lupo - ma ti sembra che adesso, nel mese di novembre, si possano trovare?"
"E non mi ricordavo che siamo a novembre - disse Cicco, un po' imbarazzato - e poi, quando ti prendono le voglie, proprio ti prendono, no?"
"Eh si, questo è vero - rispose il lupo, che ormai si era rabbonito e cominciava a trovar simpatico quello strano ragazzino - sai che facciamo? Vieni con me"
E senza dare spiegazioni, il lupo - che si chiamava Grigio, dal colore del pelo che lo ricopriva tutto - afferrò un braccio di uno stupitissimo Cicco e lo trascinò nel fitto del bosco. Cammina cammina, Grigio imboccò una strada segreta, e arrivò ad una gran grotta. Cicco era un po' preoccupato, ma il lupo gli sembrava simpatico, e decise di fidarsi, tanto aveva sempre il suo bastone per difendersi in caso di pericolo, no?
E così, entrati nella grotta, Grigio lo accompagnò lungo corridoi nascosti ed ecco che, all'improvviso, sbucarono in una valle segreta. "Questo posto - disse Grigio - non lo conosce nessuno. E' il nostro segreto, il nostro rifugio, ed è una valle magica…"
Lì sotto, infatti, c'era un piccolo vulcano, di quelli tranquilli e gentili, che scaldava la terra e regalava a quella piccola valle una primavera perenne. Gli animali che vivevano nel bosco vi si rifugiavano quando fuori faceva troppo freddo, o quando dovevano nascondersi all'arrivo dei cacciatori. Grigio, sorridendo, accompagnò Cicco in una piccola radura dove, con sorpresa, il ragazzino scoprì… un mare di fragoline!
Ridendo felice, Cicco fece una gran scorpacciata, e ne raccolse anche un bel po' da portare alla mamma - che anche lei era golosa - poi, tornato serio, disse "grazie, davvero grazie. Mi hai fatto un regalo speciale. E pensare che invece io ti avevo tirato un gran calcio! Come posso fare a sdebitarmi?"
Grigio, che a dire il vero ci aveva già pensato, sorrise furbo: "beh, ecco, un modo ci sarebbe. Noi nel bosco abbiamo un gran problema, quando arriva l'inverno. Con il freddo arrivano anche i cacciatori, e riuscire a sfuggirli non è sempre facile…"
"Già, è vero - mormorò Cicco - da casa mia li vedo arrivare dalla strada, e poi si sentono gli spari, e la mamma non vuole che io esca, quando ci sono loro… è pericoloso anche per me"
"Ecco, allora tu potresti darci una mano… ti lascio un fischietto speciale - spiegò Grigio - che sentiamo solo noi. Quando vedi che arrivano i cacciatori, tu fischi così noi lo sappiamo e scappiamo…"
"Certo che lo farò" esclamò felice Cicco. Che da quel giorno si trasformò in una sentinella per gli animali del bosco. Ogni volta che vedeva arrivare i cacciatori, soffiava con forza nel fischietto, che era uno strumento speciale: rumore non ne faceva, ma gli animali, che sentono in modo diverso da noi, se ne accorgevano e correvano a nascondersi nella valle segreta.
I cacciatori per un po' pensarono semplicemente che non era ancora stagione giusta, poi però cominciarono a preoccuparsi "com'è che non troviamo più nessuno?" pensavano arrabbiati. E alla fine, dopo giorni e giorni senza scovar prede, decisero che quel bosco ormai non faceva più per loro, e piano piano smisero di andarci.
Con il risultato che Cicco e i suoi amici animali - oltre a Grigio Cicco aveva fatto amicizia con cerbiatti, daini, cinghiali, scoiattoli, conigli e lepri - fecero una gran festa. Ovviamente, nella valle segreta, con un'enorme torta di fragoline tutta per Cicco, la sentinella che sconfisse i cacciatori!

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