lunedì 19 aprile 2010

Gippo e Trina

"Uffa, non funziona. E adesso come faccio!". Gippo era sconsolato. Aveva lavorato tutto il giorno per costruire un bellissimo aquilone. L'aveva promesso alla sorellina Trina, ma, forse per inesperienza o forse perché Gippo - che mi son dimenticata di spiegarlo, era un topolino un po' pasticcione - proprio di aquiloni non sapeva niente, adesso quel tanto sospirato giocattolo se ne stava immobile, sdraiato su un fianco, e di volare in alto nel cielo non ne voleva sapere. Gippo guardava triste il suo capolavoro: aveva tagliato e incollato tante strisce colorate fino a formare l'enorme immagine di un…. topo, tutto colorato e con i denti aguzzi bene in vista, che nei suoi sogni, e in quelli di Trina, avrebbe dovuto volare alto alto e spaventare tutti i gatti del mondo. Perché Trina, che era più piccola di Gippo, aveva un sacco di paura dei gatti, e non ne voleva sapere di andare per boschi e prati a inventare i mille giochi dei topolini. "E se arrivano i gatti" diceva tutta tremante…
Gippo allora aveva fatto la sua promessa: "costruiremo un topo-aquilone gigantesco che, dall'alto, ci proteggerò. Vedrai - le aveva detto - nessun gatto avrà il coraggio di mettere il suo sporco muso fuori dalla tana". E Gippo si era messo al lavoro. Taglia, incolla e colora, alla fine ecco l'aquilone…. ma al momento della prova, invece di volare alto era caduto per terra, e da lì non sembrava avere proprio nessuna intenzione di spostarsi. Gippo le aveva provate tutte: si era messo a correre tanto veloce quanto sanno fare i topolini, aveva soffiato con tutto il fiato che aveva, si era arrampicato sull'albero più alto del bosco…. Niente da fare, nulla aveva funzionato!
Ormai stava arrivando la sera, e Trina gli avrebbe chiesto conto della sua promessa…. "e adesso come glielo spiego" disse ad alta voce un Gippo sempre più sconsolato…
"Spiegare che cosa?" chiese una voce
Gippo fece un salto… non si era accorto che c'era qualcuno. Si guardò attorno, ma non riuscì a capire chi avesse parlato… "Mi sarò sbagliato" pensò
"Ehi, ma tu non rispondi mai alle domande?" si fece risentire la voce
"Ma…. E chi è che fa domande?" disse Gippo, adesso davvero spaventato
"Guarda che non si risponde alle domande con un'altra domanda! Comunque, sono io, eccomi qua!" E da dietro un albero sbucò un folletto, uno dei quei piccoli esseri buffi e dispettosi che vivono nel "Paese delle Rose" e che ogni tanto si fanno vedere. "E tu chi saresti?" chiese Gippo, che di folletti non ne aveva mai visti. "Io mi chiamo Nick - rispose - e come vedi rispondo alle domande, tu invece no. Allora, cos'è che dovresti spiegare, e a chi?"
Gippo, tranquillizzato dal fatto che finalmente vedeva chi stava parlando, spiegò allora il suo problema a Nick. Il folletto, che come tutti i folletti era un vero esperto in fatto di aquiloni, si stropicciò un po' la barbetta a punta che aveva sul mento, si grattò il nasone tutto bitorzoluto e poi, dopo una gran capriola - che così fanno i folletti quando hanno un'idea - spiegò a Gippo la sua teoria: "guarda che gli aquiloni, per volare, hanno bisogno di un pizzico di magia, di una coda lunga, e di tanto vento…."
Gippo strabuzzò gli occhi… magia, vento… va bene, per quello non è che poteva fare molto, ma… la coda? "Accidenti! - esclamò - ecco cos'ho dimenticato!!!! Eppure, non solo gli aquiloni, ma anche i topi hanno la coda!".
Gippo allora si mise di nuovo al lavoro e in quattro e quattr'otto costruì una splendida coda per il suo topo aquilone. Poi guardò speranzoso Nick. "Ehi, tu che sei un folletto, non è che avresti un po' di magia…. Sai, questo sarebbe un regalo per la mia sorellina". Nick ci pensò su un attimo, poi estrasse una fiala dalla tasca: "Ecco, questa polverina farà volare il tuo aquilone. Attento però, se ne usi troppa, finirà che l'aquilone andrà così in alto che trascinerà via anche te!"
Gippo ringraziò il suo nuovo amico, e in cambio gli promise che l'avrebbe invitato a mangiare il formaggio speciale che la sua mamma faceva tutte le domeniche, poi felice corse dalla sorellina.
Trina, che era rimasta nella tana tutto il giorno, lo vide arrivare di corsa e quando vide l'enorme aquilone - che volava alle spalle di Gippo - schizzò fuori felice. "Ce l'hai fatta!" strillò!!! "Si - rispose Gippo - domani vedremo se funziona"
E il giorno dopo i due fratellini si svegliarono appena spuntò il sole, decisi a mettere alla prova l'aquilone. Che, ovviamente, volò subito alto alto. Trina, ancora un po' preoccupata, si guardava attorno decisa a non farsi sorprendere da nessun gatto. All'improvviso lanciò un urlo: "eccolo, guarda là". In fondo al prato, infatti, c'era un grosso gatto rosso che aveva notato i due topolini e si leccava i baffi pregustando il bocconcino delizioso. Gippo non se lo fece ripetere. Tirò la fune e l'aquilone fece una splendida giravolta. Sembrava quasi un falco in picchiata sul gatto. E il gattone, quando vide quell'immenso topo zannuto, gonfiò tutto il pelo, spaventatissimo, poi si diede ad una fuga precipitosa. "Hai visto? - strillò Gippo - che ti avevo detto!!!!"
La scena si ripetè uguale ogni volta che un gatto si avvicinò troppo ai due topini, che da quel giorno non ebbero più paura. E Trina, protetta dal suo aquilone, diventò la topolina più coraggiosa del bosco, impegnata ogni giorno in giochi e avventure che le servirono a diventare grande.
E Gippo, che ormai aveva capito come si faceva un aquilone, ne costruì tanti altri, da regalare a tutti i suoi amici. Alla fine, invece che il "Paese delle Rose", quel posto magico sembrava diventato il "Paese degli Aquiloni"! E Nick? Beh, a Nick era piaciuto così tanto il formaggio di mamma topolina che da quel giorno aveva deciso di diventare il miglior amico di Gippo e Trina. Furbo come tutti i folletti, così si faceva invitare tutte le domeniche!!!

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