lunedì 12 aprile 2010

Storia di Elena

Sempre "Donne a perdere"

Certo che la vita è proprio strana. Assurda. Ti sorprende ad ogni passo. Pensi di essere arrivata, di aver vinto la battaglia. E poi ti ritrovi da capo. Con il culo per terra. In un modo che non avresti mai pensato, neanche nei momenti peggiori. Perché una cosa così davvero non me la sono immaginata mai. Si, forse è vero che non ho mai avuto una grande immaginazione, ma la tua vita, in fondo, la pensi su binari normali. La casa, il lavoro, la famiglia. Gli amici. E poi scopri che hai sbagliato tutto, che non hai capito niente. La fiducia, la fiducia è una bella cosa. Ti conosci da anni, lavori insieme, magari ti confidi anche. Che gli piacevo l’avevo in fondo anche capito, ma quando mi parlava della moglie, dei figli che lo rendevano uomo felice e soddisfatto, beh, pensavo fosse una semplice, banale e normalissima simpatia.
Solo che poi ho cominciato a vedere piccoli segnali. Si, lo so che forse avrei dovuto intervenire subito, che forse avrei dovuto fare qualcosa. Qualcosa. Ma cosa? Cosa fai se ti arrivano telefonate assurde? Dopo un po’ ho capito che era lui, ma ci ho messo del tempo, e poi, che male c’è a parlare?
Certo, quando l’ho visto nascosto nel giardino di casa, e quando ha iniziato a far domande insistenti sulla mia vita, su chi vedo, cosa faccio… No, non mi sono preoccupata, almeno non all’inizio. Però mi è sembrato quanto meno strano. Sembrava più un compagno geloso che non un collega di lavoro. E poi, poi quell’episodio strano… me lo sono trovato una sera sotto casa. “Dove sei stata, con chi”… Mi ha strattonata, mi ha spaventata. Ma te lo potevi immaginare che le cose fossero diverse? Che non fosse una banale infatuazione? Anche Anna, la mia amica, ci ha riso sopra. “Che ci fai tu agli uomini”…
Mamma si è un po’ preoccupata. “Mandalo via, dai. Ma come si permette?”. Però anche lei lo sapeva che licenziare un padre di famiglia, beh, non sarebbe stato un bel gesto.
Ho provato a parlare, a capire, lui si è scusato. “Non succederà più”. Però lo vedevo che mi guardava strano, e quell’ombra che ogni tanto vedevo in giardino, adesso lo so che era lui.
Per un po’ mi sono sentita perseguitata. Ma a chi dirlo? Erano tutte cose da poco. Sciocchezze. Me lo ha detto anche un amico carabiniere. “Se credi puoi anche denunciarlo, ma di elementi ce ne sono davvero pochini”.
Adesso però potrei. Adesso gli elementi ci sono. Solo che mi sa che non faccio in tempo. Strano vero? Non fa male, sento solo freddo. E vedo la macchia rossa che si allarga sotto di me e si porta via questa vita strana… Ce l’avevo fatta, pensavo di avercela fatta. La ditta ha ingranato bene. E avevo trovato l’amore della mia vita. L’ho detto a lui, me l’ha chiesto e gliel’ho detto. E lui ha afferrato quel coltello. Strana la vita. Chi mai avrebbe detto che avrebbe fatto questa cosa che non riesco neanche a dire… “non sarai mai mia, e allora non sarai di nessuno”… che frase assurda. Che morte assurda.

TITOLO IN CRONACA
IMPRENDITRICE DI SUCCESSO ACCOLTELLATA DA UN DIPENDENTE INNAMORATO

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