lunedì 26 aprile 2010

Lo scoiattolo Pallino

Era una pigra giornata estiva, con tanto sole e un bel venticello che rinfrescava la pelle… beh, si, come tutte però! Perché ve lo ricordate, no?, che nel "Paese delle Rose" è sempre estate ma non fa mai tanto caldo da scoppiare…. Insomma, va bene, una bella e tranquilla giornata come tutte quelle che si sono succedute nel magico Paese delle Rose. Però una cosa diversa, a dire la verità, c'era in quel giorno particolare di cui vi voglio parlare: sulla cima di un albero, in un buco del tronco tutto foderato di foglie tenere e fiori profumati, era nato uno scoiattolino.
Niente di strano, direte ancora. Si, però quello scoiattolino era davvero speciale, anche per un posto e un tempo dove la magia esisteva per davvero e dove tutti gli animali sapevano parlare e facevano cose meravigliose. Quello scoiattolino, che mamma e papà - con ben poca fantasia - chiamarono Pallino, era nato con il pelo…. tutto a pallini. Ma non pallini neri o rossi, come avrebbe anche potuto essere non dico normale ma comunque non poi tanto strano. No. Pallini di tutti i colori! C'erano il rosso, il nero e il bianco, ma anche verde, blu, giallo, viola…. Sembrava che tutti i coloratissimi e profumati colori del "Paese delle Rose" si fossero dati appuntamento sul pelo del piccolo scoiattolo. Mamma e papà si guardavano stupiti: "com'è possibile" pensavano "e cosa diranno i nostri amici?".
E così per qualche giorno non dissero a nessuno che era nato il piccolino, pensando di tenerlo nascosto per vedere se, crescendo, il pelo tornava normale. Solo che Pallino cresceva si, ma i colori invece di diminuire aumentavano, e mamma e papà, sempre più imbarazzati e anche un po' spaventati, proprio non sapevano cosa pensare.
Un bel giorno, quando ormai Pallino era diventato uno scoiattolino capace di saltare da un ramo all'altro, il cucciolo, curioso come tutti i piccoli, decise di vedere com'era quel mondo che si intravvedeva ai piedi del grande albero. "Mamma e papà non mi fanno mai uscire - pensò - ma io non ne posso più di stare sempre quassù. Chissà quante cose meravigliose mi sto perdendo". Pallino aspettò allora che mamma e papà si allontanassero, che era ora di andare a raccogliere un po' di cibo - noci, frutta e fiori deliziosi da sgranocchiare alla fine del pasto - e quando fu sicuro di essere solo mise il musetto fuori dalla tana… "Oplà - si disse ad alta voce - adesso è il mio turno"
E veloce come sanno essere gli scoiattoli, scese lungo il tronco fino ad arrivare sul terreno. Qui ebbe la prima sorpresa: niente rami e foglie, solo un vero mare d'erba, morbida e profumata, e un'infinità di fiori di tutti i colori. Che spettacolo! Pallino spalancò gli occhi e rimase a guardare, affascinato, tutto quello che lo circondava.
Non lontano dal suo albero vide un gruppetto di fatine che svolazzavano, ridendo felici, da un fiore all'altro. Dall'altra parte due tartarughe si inseguivano e si chiamavano mentre un folletto, con un gran cappello verde, si teneva la pancia dal gran ridere. Due cervi in amore si strusciavano e si dicevano paroline dolci, e un passerotto un po' cicciotto - forse era proprio Ciccio, ve lo ricordare - giocava con una fatina bionda….. insomma, tutto attorno a lui il "Paese delle Rose" viveva un'altra meravigliosa giornata di gioia e allegria.
All'improvviso però Pallino vide una strana cosa, strana anche per lui che non aveva mai visto il mondo ma ne aveva sentito parlare da mamma e papà. In alto, nel cielo azzurro, arrivò una strana, grande ombra. Tutta nera, con lampi rossi che la attraversavano, in pochi minuti coprì tutto il bosco dove si trovava Pallino. Che, senza nemmeno sapere perché, sentì un'improvvisa paura. Lo scoiattolo iniziò a tremare, e con lui tutti gli animali e tutte le creature fatate che fino a quel momento avevano giocato felici, sentirono improvvisamente che era arrivato un pericolo.
Pallino guardò in alto, e proprio mentre alzava gli occhi, sul bosco rimbombò una gran voce. "Sono tornato - tuonò la voce, che non era nessun'altro se non il cattivo mago Zazum - e questa volta non riuscirete a scacciarmi. Io sarò il vostro re, o coprirò per sempre il sole e tutti i boschi, gli alberi e i fiori moriranno".
Pallino, che non aveva mai sentito parlare di Zazum - ma voi vi ricordate di lui, vero? - non capì bene che cosa voleva, ma sentì che non era una bella cosa, e che non poteva restarsene a guardare. "Coprire il sole - pensò - far morire boschi, alberi e fiori… ma cosa mai vorrà quell'ombra nera? Non è proprio una bella cosa, questa!". Pallino allora si guardò in giro. In un angolino del bosco vide una cosa che lo incuriosì… un raggio di sole che era riuscito a sfuggire all'ombra di Zazum. Pallino, senza nemmeno sapere perché - che lui non lo sapeva, ma anche lui era un animaletto magico - corse in quella direzione e quando arrivò proprio sotto il raggio successe una cosa incredibile. Tutti i pallini colorati del suo pelo improvvisamente sembrarono prendere vita. Il raggio si moltiplicò e si trasformò in un grande, coloratissimo arcobaleno che, in un attimo, si scagliò contro la nuvola nera di Zazum. E tutti i colori luminosi del mondo sciolsero quel brutto nero… si sentì un urlo "Nooooooo, non è possibile! Ancora!", e poi la nube, e con essa Zazum, sparì nel nulla.
Animali, folletti, gnomi e fate guardarono a occhi spalancati quel piccolo scoiattolino che, senza nemmeno saperlo, aveva salvato il loro mondo, poi esplosero in urla di gioia e festeggiarono Pallino che, un po' frastornato, si ritrovò trasformato in eroe. E da quel giorno, mamma e papà non lo tennero certo più chiuso nella tana, tutti volevano conoscerlo, e tutti gli volevano bene. Tutti, ovvio, tranne il cattivo mago Zazum, ancora una volta sconfitto da un animaletto piccolo piccolo!

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