lunedì 12 aprile 2010

La bambola Carolina

"Uffa, che noia. Ma è mai possibile che qua piove sempre….". Martina è arrabbiata, l'inverno è ormai arrivato e non si può più andare al parco. Fuori piove e fa freddo, e in casa c'è così poco spazio per giocare. "E ho pure finito i fogli per disegnare…. Accidenti, che faccio oggi" brontola la bambina. "Martina, ci risiamo - dice la mamma - hai un sacco di giochi, possibile che non ti viene in mente proprio niente?"
Martina si guarda in giro nella stanzetta. I giochi sono tutti nelle scatole, lei è una bimba davvero ordinata che tutte le volte che finisce di giocare, senza neanche aspettare che la mamma lo dica, mette ogni cosa al suo posto…. Martina lo sa che è proprio brutto avere tutto in giro, e poi si sa, in una casa così piccola, non ci si muoverebbe neanche!
Comunque, Martina guarda le scatole. Dentro ci sono bambole e macchinine, costruzioni e puzzle, vestiti e posate… insomma, tutto l'armamentario di una bambina che ha un sacco di giochi. Poi guarda meglio, strabuzza un po' gli occhi e salta in piedi…. "Mah, e quella…" pensa incuriosita. In un angolo, fuori da una grande scatola rossa, c'è una piccola bambolina, i capelli biondi fini e lunghi, gli occhi grandi azzurri, un vestitino rosa pieno di pizzi. "E quella da dove arriva - pensa ancora Martina - non è mia…. E poi, come mai è fuori dalle scatole?"
Martina si avvicina per guardare meglio, si china e prende in mano la bambolina…. Poi la lascia cadere improvvisamente! "Accidenti - esclama - ma si è mossa!". La bambolina lascia uscire dalla boccuccia una risatina divertita.
"Ma, ma, ma…." Dice incredula Martina; poi si guarda attorno per vedere se per caso c'è la mamma, che magari le direbbe "ma dai, ti sei sbagliata". La mamma però è indaffarata in cucina, e Martina torna a guardare la bambolina. Che, incredibile! si è alzata in piedi e con le manine si sta pulendo il vestitino. "Ma insomma - esclama la bambolina un po' stizzita - ma ti sembra il modo di trattare le persone?"
"Persone? - chiede sbalordita Martina - ma tu chi, o cosa, sei?".
"Come cosa - risponde quella - ma non mi vedi? Hai giocato con me per così tanto tempo, e adesso nemmeno mi riconosci? Si è vero, da un po' di tempo mi avevi messo da parte, ero in fondo ad una scatola, ma li si soffocava. Faceva caldo e tutti quei giochi addosso…. Uffa, non era bello. E poi mi mancavi tu".
"Ma com'è possibile - dice Martina, sempre più stupita - le bambole non parlano e non si muovono". "E che ne so io - risponde la bambolina - forse semplicemente ti piacevo così tanto che mi hai dato un po' della tua magia"
"La mia magia? Ma io non ho magia!"
"Come no? Tutti i bimbi sono magici, non lo sai? Inventano un sacco di storie, e tanti giochi meravigliosi, e sanno fare un mondo di cose. Se non è magia questa!"
"Davvero? Non ci avevo mai pensato. Ma tu, come ti chiami?"
"Uffa, ancora non ti ricordi? Tu mi avevi dato un nome che a me piaceva moltissimo, e così me lo sono tenuto. Io sono Carolina".
"Carolina! E' vero! Adesso mi ricordo!"
"Era ora! Allora, e adesso che facciamo?"
"Mah, non so, io mi stavo annoiando. Sai fuori piove e non posso andare al parco. La mia casa poi è così piccola che non posso neanche invitare qualche amichetto…."
"Va beh dai, tanto ci sono io… in fondo, io sono piccola, e anche una casa piccola mi va bene, non credi?"
Martina ci pensò un po' su, poi sorrise: "ma certo! Allora dai, giochiamo?"
Detto e fatto, le due si inventarono un gran numero di giochi, e si divertirono un mondo - anche se Martina un po' si arrabbiò quando giocarono a nascondino perché Carolina, così piccola, poteva nascondersi in buchetti che lei nemmeno vedeva! - tanto che, senza nemmeno accorgersene, arrivò l'ora della cena.
"Martina, lavati le mani e vieni a tavola" disse la mamma.
Martina, stupita, si accorse che era ormai finito quel pomeriggio che le era sembrato così noioso e lungo. "Beh, adesso io vado a mangiare - disse a Carolina - ma tu non nasconderti, mi raccomando"
"Certo che no - rispose la bambolina - a patto che non mi infili mai più in quella scatola stretta e calda!"
E da quel giorno Carolina, che restò sempre una bambolina magica, ebbe un posto d'onore, sul cuscino di Martina, che non dimenticava mai di salutarla e di giocare un po' con lei anche quando fuori c'era il sole e poteva andare al parco.

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